::: Voce Amica 2014
#CORALERAUSCEDO
Cosa possiamo raccontarvi di questo 2014?
Non è stato un anno molto ricco di appuntamenti ma non sono mancati quelli tradizionali e di qualità, senza scordare quelli consueti delle Sante Messe e dei piccoli eventi paesani.
Spesso la sensazione è quella di non aver dato il massimo (si può sempre fare di più) ma ci sono tempi in cui non è possibile conciliare tutto e l’anno appena trascorso è stato piuttosto complicato da gestire dal punto di vista delle presenze.
Sicuramente un evento degno di nota è stato l’avvicendamento nella carica di presidente del nostro gruppo tra Francesco D’Andrea e Barbara D’Andrea. Dopo tanti anni al comando della corale Francesco ha passato il testimone alla collega corista Barbara che da marzo segue e coordina l’attività del coro.
Anche per il 2014 l’attività ha preso avvio con le celebrazioni della Settimana Santa. Per il tradizionale momento di preghiera della Domenica delle Palme abbiamo ospitato il coro Panarie di Artegna diretto dal M. Paolo Paroni. Il coro ha eseguito brani di musica polifonica per coro misto tratti da un repertorio sacro legato al periodo quaresimale.
Gli amici di Artegna hanno saputo regalarci uno spunto di riflessione nel particolare momento della Settimana Santa.
In ottobre siamo stati loro ospiti per la rassegna “Artigne e Cjante” dove abbiamo eseguito il nostro ormai collaudato repertorio polifonico.
A fine aprile abbiamo riproposto il Requiem di Mozart studiato nel 2013. Ancora una volta è stata una grande soddisfazione. Siamo convinti che l’aver scelto nuovamente questo progetto confermi gli obiettivi di crescita e rinnovamento che la nostra Associazione si è sempre posta in questi oltre trent’anni di storia.
Abbiamo eseguito due concerti assieme al Coro Città di San Vito di San Vito al Tagliamento diretto dal maestro Gioacchino Perisan e all’Accademia Musicale Naonis di Pordenone sotto al direzione del maestro Domenico Mason.
Il primo concerto si è tenuto sabato 26 aprile a Lignano Sabbiadoro nella Chiesa parrocchiale e il giorno seguente nell’Abbazia di Rosazzo.
In febbraio abbiamo ricevuto la richiesta di ospitalità da parte di una vecchia conoscenza, il coro Collegium Maiorum di Stettino (Polonia).
Il rapporto di amicizia che lega Rauscedo a Stettino ha avuto inizio più di 30 anni fa con l’ospitalità a questo coro e al loro indimenticato maestro Jan Szyrocki che tanto ha insegnato al nostro coro. Non potevamo che rispondere aprendo le porte delle nostre case. Ancora una volta abbiamo potuto sperimentare la gioia dell’ospitalità che di questi tempi purtroppo non va molto di moda ma che in realtà sarebbe un valore da riscoprire.
Gli amici della Polonia sono stati nostri ospiti per tre giorni, dal 15 al 17 giugno. Arrivati con il pullman li abbiamo accolti con un piccolo rinfresco di saluto nel giardino della nostra sede e la sera stessa ci hanno offerto un concerto nella nostra Chiesa parrocchiale con interessanti brani tratti da un repertorio sacro e popolare polacco e non. La serata si è conclusa con una cena d’assieme presso la nostra sede allietata da canti e momenti di gioia condivisa.
Il giorno seguente abbiamo organizzato per loro un tour del nostro territorio; dopo un giro a Valvasone hanno visitato la nuova sede di Cantina Rauscedo a Codroipo e successivamente la storica città di Cividale del Friuli dove hanno anche pranzato.
Dopo la cena presso le famiglie ci siamo ritrovati tutti assieme nella nostra sede per gustare insieme il dessert e passare insieme gli ultimi momenti della loro permanenza a Rauscedo. Ospitare un coro era un’esperienza che non facevamo da qualche tempo e possiamo confermare che è davvero un modo speciale per unire musica e amicizia, relazioni umane e cultura, in particolare quando lo si fa con gruppi stranieri.
Per il prossimo periodo natalizio stiamo preparando un nuovo e interessante progetto che sarà inserito nel grande cartellone di “Nativitas” dell’USCI Friuli Venezia Giulia e che avrà come punto centrale il quarto dei nove responsori per il Mattutino del giorno di Natale “O Magnum Mysterium”.
Saranno Palestrina, De Victoria, Gabrieli e Lauridsen a proporci la loro maestria compositiva su questo straordinario testo che narra il mistero della nascita di Cristo. Ma il programma comprenderà anche tre importanti composizioni di Giovanni Gabrieli a tre cori battenti così come era in uso nella Basilica di San Marco al tempo della Serenissima e che raramente capita di ascoltare proprio per la particolarità dell’organico. Avremo con noi ancora una volta il Gruppo Vocale Città di San Vito e si unirà anche il Coro Femminile Lorenzo Perosi di Bagnarola; i concerti si terranno il 20 dicembre nella nostra Chiesa, il 21 nel Duomo di San Vito e il 26 nella Chiesa di Bagnarola. Appuntamenti da non perdere sia per la bellezza delle musiche che per il magico momento di mistero che il Natale porta con sé. Vi aspettiamo!
Cambio della guardia per la Corale di Rauscedo!
Dopo 12 anni la presidenza si colora di rosa.
Il tenore Francesco lascia il posto alla soprano Barbara. Conosciamola meglio.
Bene, eccomi qua, dopo la lunga permanenza di Francesco alla guida della corale, il marzo scorso c’è stato il cambio della presidenza. Non avrei mai pensato che un giorno potessi essere io alla guida della corale e che tutti i colleghi tutti i coristi mi avrebbero vista in questo ruolo. Innanzitutto vorrei ringraziare Francesco, tutto il consiglio e i cantori per l’approvazione e il sostegno che mi hanno dato e che continuano a dimostrare.
I propositi sembrano ottimi e non possiamo che augurarle un futuro pieno di soddisfazioni.
#CORALERAUSCEDO
Cosa possiamo raccontarvi di questo 2014?
Non è stato un anno molto ricco di appuntamenti ma non sono mancati quelli tradizionali e di qualità, senza scordare quelli consueti delle Sante Messe e dei piccoli eventi paesani.
Spesso la sensazione è quella di non aver dato il massimo (si può sempre fare di più) ma ci sono tempi in cui non è possibile conciliare tutto e l’anno appena trascorso è stato piuttosto complicato da gestire dal punto di vista delle presenze.
Sicuramente un evento degno di nota è stato l’avvicendamento nella carica di presidente del nostro gruppo tra Francesco D’Andrea e Barbara D’Andrea. Dopo tanti anni al comando della corale Francesco ha passato il testimone alla collega corista Barbara che da marzo segue e coordina l’attività del coro.
Anche per il 2014 l’attività ha preso avvio con le celebrazioni della Settimana Santa. Per il tradizionale momento di preghiera della Domenica delle Palme abbiamo ospitato il coro Panarie di Artegna diretto dal M. Paolo Paroni. Il coro ha eseguito brani di musica polifonica per coro misto tratti da un repertorio sacro legato al periodo quaresimale.
Gli amici di Artegna hanno saputo regalarci uno spunto di riflessione nel particolare momento della Settimana Santa.
In ottobre siamo stati loro ospiti per la rassegna “Artigne e Cjante” dove abbiamo eseguito il nostro ormai collaudato repertorio polifonico.
A fine aprile abbiamo riproposto il Requiem di Mozart studiato nel 2013. Ancora una volta è stata una grande soddisfazione. Siamo convinti che l’aver scelto nuovamente questo progetto confermi gli obiettivi di crescita e rinnovamento che la nostra Associazione si è sempre posta in questi oltre trent’anni di storia.
Abbiamo eseguito due concerti assieme al Coro Città di San Vito di San Vito al Tagliamento diretto dal maestro Gioacchino Perisan e all’Accademia Musicale Naonis di Pordenone sotto al direzione del maestro Domenico Mason.
Il primo concerto si è tenuto sabato 26 aprile a Lignano Sabbiadoro nella Chiesa parrocchiale e il giorno seguente nell’Abbazia di Rosazzo.
In febbraio abbiamo ricevuto la richiesta di ospitalità da parte di una vecchia conoscenza, il coro Collegium Maiorum di Stettino (Polonia).
Il rapporto di amicizia che lega Rauscedo a Stettino ha avuto inizio più di 30 anni fa con l’ospitalità a questo coro e al loro indimenticato maestro Jan Szyrocki che tanto ha insegnato al nostro coro. Non potevamo che rispondere aprendo le porte delle nostre case. Ancora una volta abbiamo potuto sperimentare la gioia dell’ospitalità che di questi tempi purtroppo non va molto di moda ma che in realtà sarebbe un valore da riscoprire.
Gli amici della Polonia sono stati nostri ospiti per tre giorni, dal 15 al 17 giugno. Arrivati con il pullman li abbiamo accolti con un piccolo rinfresco di saluto nel giardino della nostra sede e la sera stessa ci hanno offerto un concerto nella nostra Chiesa parrocchiale con interessanti brani tratti da un repertorio sacro e popolare polacco e non. La serata si è conclusa con una cena d’assieme presso la nostra sede allietata da canti e momenti di gioia condivisa.
Il giorno seguente abbiamo organizzato per loro un tour del nostro territorio; dopo un giro a Valvasone hanno visitato la nuova sede di Cantina Rauscedo a Codroipo e successivamente la storica città di Cividale del Friuli dove hanno anche pranzato.
Dopo la cena presso le famiglie ci siamo ritrovati tutti assieme nella nostra sede per gustare insieme il dessert e passare insieme gli ultimi momenti della loro permanenza a Rauscedo. Ospitare un coro era un’esperienza che non facevamo da qualche tempo e possiamo confermare che è davvero un modo speciale per unire musica e amicizia, relazioni umane e cultura, in particolare quando lo si fa con gruppi stranieri.
Per il prossimo periodo natalizio stiamo preparando un nuovo e interessante progetto che sarà inserito nel grande cartellone di “Nativitas” dell’USCI Friuli Venezia Giulia e che avrà come punto centrale il quarto dei nove responsori per il Mattutino del giorno di Natale “O Magnum Mysterium”.
Saranno Palestrina, De Victoria, Gabrieli e Lauridsen a proporci la loro maestria compositiva su questo straordinario testo che narra il mistero della nascita di Cristo. Ma il programma comprenderà anche tre importanti composizioni di Giovanni Gabrieli a tre cori battenti così come era in uso nella Basilica di San Marco al tempo della Serenissima e che raramente capita di ascoltare proprio per la particolarità dell’organico. Avremo con noi ancora una volta il Gruppo Vocale Città di San Vito e si unirà anche il Coro Femminile Lorenzo Perosi di Bagnarola; i concerti si terranno il 20 dicembre nella nostra Chiesa, il 21 nel Duomo di San Vito e il 26 nella Chiesa di Bagnarola. Appuntamenti da non perdere sia per la bellezza delle musiche che per il magico momento di mistero che il Natale porta con sé. Vi aspettiamo!
Cambio della guardia per la Corale di Rauscedo!
Dopo 12 anni la presidenza si colora di rosa.
Il tenore Francesco lascia il posto alla soprano Barbara. Conosciamola meglio.
Bene, eccomi qua, dopo la lunga permanenza di Francesco alla guida della corale, il marzo scorso c’è stato il cambio della presidenza. Non avrei mai pensato che un giorno potessi essere io alla guida della corale e che tutti i colleghi tutti i coristi mi avrebbero vista in questo ruolo. Innanzitutto vorrei ringraziare Francesco, tutto il consiglio e i cantori per l’approvazione e il sostegno che mi hanno dato e che continuano a dimostrare.
- Cosa l’ha spinta ad accettare la carica di presidente?
Ho deciso di accettare la carica di presidente per fare qualcosa di nuovo per me stessa. Mi sono detta: “Perché no?! Dopo trent’anni e più di canto posso provarci.” Pur sapendo che il compito è impegnativo ce la metterò tutta per riuscirci certa che avrò l’aiuto di tutti.
- Come è stato il suo primo anno da presidente?
Mi sento di dire bene, d’altro canto fino ad oggi gli appuntamenti non sono stati particolarmente numerosi. L’esperienza più impegnativa è stata l’ospitalità al coro polacco di Stettino con cui abbiamo passato alcuni giorni insieme. In questa occasione ho avuto l’opportunità di organizzare e gestire insieme al consiglio direttivo tutta la permanenza degli amici polacchi seguendoli nei vari appuntamenti conviviali e nelle visite al nostro territorio.
Per me essere presidente significa innanzitutto portare i coristi a prove per raggiungere in questo modo gli obiettivi decisi insieme e non mollare mai anche nei momenti più difficili.
- Cosa significa per Lei coro?
Coro significa imparare a stare con gli altri, evadere dalla routine quotidiana, avere relazioni con altri coristi e conoscere nuove realtà. Far parte di un coro significa ricevere un educazione musicale che ti fa crescere e ti arricchisce dentro. Essere un corista non significa solo cantare per gli altri ma trovare un appagamento personale sentendosi bene nello spirito.
- Come vede il nostro coro fra qualche anno e quali sono i suoi propositi per il futuro?
Cosa dire…speriamo di mantenere viva la voglia di cantare e di non perdere lo stimolo per andare avanti. Purtroppo il coro pian piano “invecchia” e non essendoci un ricambio generazionale continuo dobbiamo contare sulle solite forze. La speranza la rivolgo al piccolo coro e alle promettenti giovani coriste che lo animano. Comunque sono fiduciosa e sicura che non mancheranno occasioni e proposte per tutti, sia nel nostro paese che nel territorio vista la stima di cui gode il nostro gruppo.
- Per concludere cosa direbbe?
Il mio compito non è sempre facile perché il coro è composto da persone che con la loro passione e disponibilità si dedicano giorno dopo giorno ad un’attività di volontariato dopo una giornata lavorativa. Il nostro è un gruppo fondato più di trent’anni fa e grazie alla volontà e alla tenacia del nostro maestro Sante è arrivato fino ad oggi. Il coro nel corso di questi anni ha cercato di migliorarsi sempre di più mettendo in campo progetti sempre più impegnativi. Certo è un grande impegno essere sempre presenti ma credo che solo con la passione e la voglia di sperimentare cose nuove ci si possa riuscire. Un pensiero particolare lo rivolgo anche alle piccole del coretto di Cristiana che con le loro bellissime voci e la loro energia hanno dimostrato di crescere e di offrire sempre nuove proposte. Mi auguro tra qualche anno di vederle in mezzo a noi grandi per condividere la gioia di cantare insieme.
Ho un altro desiderio: vedere un giorno qualche giovane, e per che no anche meno giovane, alla nostra porta per cantare assieme. Auguro a tutti un Buon Natale e un Buon 2015!
I propositi sembrano ottimi e non possiamo che augurarle un futuro pieno di soddisfazioni.
::: Voce Amica 2013
CoraleduemilaCredici - Chi l'ha dura la vince!
Se dovessimo descrivere in poche parole l’attività 2013 della Corale di Rauscedo sarebbero sicuramente sacrificio, gioco di squadra e soddisfazione.
Ci siamo messi alla prova, accogliendo la proposta di un progetto che il Gruppo Vocale Città di San Vito ci ha fatto all’inizio di gennaio: unirci per cantare insieme una delle opere più significative e maestose della musica classica, il REQUIEM di Wolfgang Amadeus Mozart, ultima straordinaria creazione di questo musicista austriaco dal talento eccezionale, che è rimasta incompiuta ed è stata in seguito completata da uno dei suoi allievi, Süssmayr.. Una composizione conosciuta e proposta in tutto il mondo che nonostante la frequenza con cui viene proposta regala sempre emozioni incredibili; ascoltando e soprattutto cantando il requiem, riaffiorano molti stati d’animo: tristezza, paura, maestosità, terrore, ma anche estasi e dolcezza. Un vero viaggio dell’anima.
Molti di noi già lo conoscevano o comunque ne avevano sentito degli stralci, ma cantarlo… sembrava una sfida molto ardua.
Per questi motivi il progetto si presentava per noi molto ambizioso, di grande valore musicale e artistico e davanti ci aspettava un percorso articolato, che avrebbe richiesto una lunga e attenta preparazione.
Fin da subito abbiamo quindi cercato di organizzarci al meglio svolgendo prove separate, in modo da poter effettuare uno studio accurato per singola voce. Alla prima prova Sante ci ha portato la partitura e il CD che per mesi è diventato la colonna sonora delle nostre macchine e delle nostre case.
E così abbiamo iniziato mese dopo mese a imparare pagine di pura musica. Provare e riprovare, sentire i “No. Daccapo”, soffermarsi per serate intere sulle parti più difficili. Ogni volta che riuscivamo a mettere insieme qualche battuta era una piccola soddisfazione, uno stimolo ad andare avanti e impegnarsi sempre di più.
La settimana prima del concerto abbiamo fatto due prove presso la nostra sede con il Gruppo Vocale Città di San Vito. I giochi erano fatti. C’eravamo tutti, una cinquantina di coristi in un’unica stanza, curiosi di scoprire il risultato della fusione delle nostre voci. Fin da subito c’è stata una perfetta compatibilità, un nuovo grande coro diretto dal maestro Domenico Mason.
Successivamente abbiamo organizzato altre due prove assieme ad altri amici coristi che si uniscono a noi nelle grandi occasioni e all’Accademia Musicale Naonis, un’orchestra formata da giovanissimi e talentuosi musicisti del nostro territorio e ai 4 solisti che si sarebbero esibiti con noi.
Due i concerti in programma: il primo nel Duomo di San Vito al Tagliamento, mentre il secondo due giorni dopo nella nostra chiesa. Quest’ultimo in particolare per noi molto sentito, essendo dedicato a tutti i cantori defunti che ancora oggi ricordiamo con grande affetto e riconoscenza.
Adrenalina a mille, emozionatissimi, eravamo pronti a cantare quelle note che da mesi ci frullavano in testa. E così, in un secondo il maestro Mason con un cenno ha dato il via alla magia. L’emozione che si è venuta a creare è stata davvero unica e speciale. Cantare poi accompagnati dagli strumenti, ci ha dato la possibilità di assaporare al meglio tutte le sfumature musicali che animano la partitura.
Il risultato? Al di là di ogni nostra aspettativa. Circa 1000 persone che, forse incredule come noi, hanno applaudito a più riprese il sogno che si era appena realizzato. Trovare poi, nei giorni successivi, sui vari social come Facebook e Youtube foto e video pubblicate da persone presenti alle serate è stato per noi gratificante.
Un grazie va a tutti i coristi che con umiltà e sacrificio hanno saputo raggiungere anche questo nuovo traguardo. Ma il ringraziamento più grande va Sante che ha creduto nelle potenzialità del suo coro e alla sua tenacia che, come già in passato, ci ha dato la sicurezza necessaria per riuscire a far si che anche le cose più difficili e ambiziose possano dimostrarsi alla nostra portata.
Nonostante questo importante impegno, durante tutto l’anno abbiamo proposto una serie di concerti dai repertori molto variegati.
Vogliamo ricordare per primo il tradizionale concerto di Natale, inserito nel progetto musicale “Nativitas” dell’USCI Friuli Venezia Giulia, che anche quest’anno riproporremo il 22 dicembre e che vedrà protagonisti i Piccoli e Giovani cantori di Rauscedo e gli amici del Coro Manos Blancas del Friuli di San Vito al Tagliamento.
L’anno è iniziato all’insegna dell’ospitalità del concerto “Tesori musicali del Rinascimento” dove l’Ensemble vocale Orologio, accompagnato all’organo da Lorenzo Marzona e diretto da Davide De Lucia, ha proposto un repertorio polifonico corale sacro.
Nelle celebrazioni che accostano la Quaresima abbiamo allestito l’appuntamento ormai annuale della Domenica delle Palme. Un momento di contemplazione religiosa creato da musica e preghiera che ha visto l’esecuzione del celebre Miserere di Gregorio Allegri.
La stagione estiva è stata florida di appuntamenti. Nell’ambito dei festeggiamenti del Beato Bertrando, su invito della Pro Loco di San Giorgio della Richinvelda abbiamo realizzato un concerto nella Chiesetta di San Nicolò dove abbiamo eseguito l’ ormai collaudata “Missa Brevis” di Claudio Monteverdi.
Il mese successivo è stato riproposto “Incanti d’estate”, piccolo momento di piacere regalatoci dall’Accademia d’Archi Arrigoni di San Vito al Tagliamento.
Il repertorio popolare ha trovato il suo spazio sia nella rassegna “Serata di canti”a Concordia Saggitaria, sia durante la giornata di “Cori in Festa” organizzata dall’USCI Pordenone. Neanche il temporale ci ha fermati e, davanti a un pubblico di colorati ombrelli, fra canti e balli abbiamo animato le piazze spilimberghesi, accompagnati alla fisarmonica dall’amico Paolo Forte.
A ottobre abbiamo ospitato l’Officuim Consort di Pordenone per il prestigioso concerto “Totus tuuts. La Vergine Maria nella devozione di San Francesco”.
Tra gli ultimi appuntamenti dell’anno oltre alla consueta partecipazione alla messa del giorno di Natale quest’anno accompagneremo la caratteristica Messa di Natale alle Grotte di Pradis dove, durante la celebrazione che si svolge ogni anno dal 1967, Gesù bambino viene calato nella Grotta dal Gruppo Speleologo locale.
Per concludere desideriamo esprimere il nostro ringraziamento a tutti coloro che sempre più numerosi ci seguono e ci sostengono; l’augurio per l’anno nuovo è quello di proseguire su questa strada cercando sempre di raggiungere nuovi traguardi, ricordando a tutti che le nostre porte sono sempre aperte. Ad maiora… semper!!
CoraleduemilaCredici - Chi l'ha dura la vince!
Se dovessimo descrivere in poche parole l’attività 2013 della Corale di Rauscedo sarebbero sicuramente sacrificio, gioco di squadra e soddisfazione.
Ci siamo messi alla prova, accogliendo la proposta di un progetto che il Gruppo Vocale Città di San Vito ci ha fatto all’inizio di gennaio: unirci per cantare insieme una delle opere più significative e maestose della musica classica, il REQUIEM di Wolfgang Amadeus Mozart, ultima straordinaria creazione di questo musicista austriaco dal talento eccezionale, che è rimasta incompiuta ed è stata in seguito completata da uno dei suoi allievi, Süssmayr.. Una composizione conosciuta e proposta in tutto il mondo che nonostante la frequenza con cui viene proposta regala sempre emozioni incredibili; ascoltando e soprattutto cantando il requiem, riaffiorano molti stati d’animo: tristezza, paura, maestosità, terrore, ma anche estasi e dolcezza. Un vero viaggio dell’anima.
Molti di noi già lo conoscevano o comunque ne avevano sentito degli stralci, ma cantarlo… sembrava una sfida molto ardua.
Per questi motivi il progetto si presentava per noi molto ambizioso, di grande valore musicale e artistico e davanti ci aspettava un percorso articolato, che avrebbe richiesto una lunga e attenta preparazione.
Fin da subito abbiamo quindi cercato di organizzarci al meglio svolgendo prove separate, in modo da poter effettuare uno studio accurato per singola voce. Alla prima prova Sante ci ha portato la partitura e il CD che per mesi è diventato la colonna sonora delle nostre macchine e delle nostre case.
E così abbiamo iniziato mese dopo mese a imparare pagine di pura musica. Provare e riprovare, sentire i “No. Daccapo”, soffermarsi per serate intere sulle parti più difficili. Ogni volta che riuscivamo a mettere insieme qualche battuta era una piccola soddisfazione, uno stimolo ad andare avanti e impegnarsi sempre di più.
La settimana prima del concerto abbiamo fatto due prove presso la nostra sede con il Gruppo Vocale Città di San Vito. I giochi erano fatti. C’eravamo tutti, una cinquantina di coristi in un’unica stanza, curiosi di scoprire il risultato della fusione delle nostre voci. Fin da subito c’è stata una perfetta compatibilità, un nuovo grande coro diretto dal maestro Domenico Mason.
Successivamente abbiamo organizzato altre due prove assieme ad altri amici coristi che si uniscono a noi nelle grandi occasioni e all’Accademia Musicale Naonis, un’orchestra formata da giovanissimi e talentuosi musicisti del nostro territorio e ai 4 solisti che si sarebbero esibiti con noi.
Due i concerti in programma: il primo nel Duomo di San Vito al Tagliamento, mentre il secondo due giorni dopo nella nostra chiesa. Quest’ultimo in particolare per noi molto sentito, essendo dedicato a tutti i cantori defunti che ancora oggi ricordiamo con grande affetto e riconoscenza.
Adrenalina a mille, emozionatissimi, eravamo pronti a cantare quelle note che da mesi ci frullavano in testa. E così, in un secondo il maestro Mason con un cenno ha dato il via alla magia. L’emozione che si è venuta a creare è stata davvero unica e speciale. Cantare poi accompagnati dagli strumenti, ci ha dato la possibilità di assaporare al meglio tutte le sfumature musicali che animano la partitura.
Il risultato? Al di là di ogni nostra aspettativa. Circa 1000 persone che, forse incredule come noi, hanno applaudito a più riprese il sogno che si era appena realizzato. Trovare poi, nei giorni successivi, sui vari social come Facebook e Youtube foto e video pubblicate da persone presenti alle serate è stato per noi gratificante.
Un grazie va a tutti i coristi che con umiltà e sacrificio hanno saputo raggiungere anche questo nuovo traguardo. Ma il ringraziamento più grande va Sante che ha creduto nelle potenzialità del suo coro e alla sua tenacia che, come già in passato, ci ha dato la sicurezza necessaria per riuscire a far si che anche le cose più difficili e ambiziose possano dimostrarsi alla nostra portata.
Nonostante questo importante impegno, durante tutto l’anno abbiamo proposto una serie di concerti dai repertori molto variegati.
Vogliamo ricordare per primo il tradizionale concerto di Natale, inserito nel progetto musicale “Nativitas” dell’USCI Friuli Venezia Giulia, che anche quest’anno riproporremo il 22 dicembre e che vedrà protagonisti i Piccoli e Giovani cantori di Rauscedo e gli amici del Coro Manos Blancas del Friuli di San Vito al Tagliamento.
L’anno è iniziato all’insegna dell’ospitalità del concerto “Tesori musicali del Rinascimento” dove l’Ensemble vocale Orologio, accompagnato all’organo da Lorenzo Marzona e diretto da Davide De Lucia, ha proposto un repertorio polifonico corale sacro.
Nelle celebrazioni che accostano la Quaresima abbiamo allestito l’appuntamento ormai annuale della Domenica delle Palme. Un momento di contemplazione religiosa creato da musica e preghiera che ha visto l’esecuzione del celebre Miserere di Gregorio Allegri.
La stagione estiva è stata florida di appuntamenti. Nell’ambito dei festeggiamenti del Beato Bertrando, su invito della Pro Loco di San Giorgio della Richinvelda abbiamo realizzato un concerto nella Chiesetta di San Nicolò dove abbiamo eseguito l’ ormai collaudata “Missa Brevis” di Claudio Monteverdi.
Il mese successivo è stato riproposto “Incanti d’estate”, piccolo momento di piacere regalatoci dall’Accademia d’Archi Arrigoni di San Vito al Tagliamento.
Il repertorio popolare ha trovato il suo spazio sia nella rassegna “Serata di canti”a Concordia Saggitaria, sia durante la giornata di “Cori in Festa” organizzata dall’USCI Pordenone. Neanche il temporale ci ha fermati e, davanti a un pubblico di colorati ombrelli, fra canti e balli abbiamo animato le piazze spilimberghesi, accompagnati alla fisarmonica dall’amico Paolo Forte.
A ottobre abbiamo ospitato l’Officuim Consort di Pordenone per il prestigioso concerto “Totus tuuts. La Vergine Maria nella devozione di San Francesco”.
Tra gli ultimi appuntamenti dell’anno oltre alla consueta partecipazione alla messa del giorno di Natale quest’anno accompagneremo la caratteristica Messa di Natale alle Grotte di Pradis dove, durante la celebrazione che si svolge ogni anno dal 1967, Gesù bambino viene calato nella Grotta dal Gruppo Speleologo locale.
Per concludere desideriamo esprimere il nostro ringraziamento a tutti coloro che sempre più numerosi ci seguono e ci sostengono; l’augurio per l’anno nuovo è quello di proseguire su questa strada cercando sempre di raggiungere nuovi traguardi, ricordando a tutti che le nostre porte sono sempre aperte. Ad maiora… semper!!
::: Voce Amica 2009
... Santpedor...és un altre mòn
Dove andiamo quest'anno in trasferta? Roma? Firenze? Magari in Svizzera o in Olanda?
Ecco che il Presidente ci informa di un invito giunto dalla Spagna, che guarda guarda, ci offre la possibilità di tornare proprio li, a Santpedor.
A Santpedor? Tra lo stupore di chi c'era già stato e la curiosità di chi voleva andarci, la risposta è: "Si! Andiamo a Santpedor!".
Dopo esattamente vent'anni, la Corale di Rauscedo torna in Catalunya, e ci torna per festeggiare assieme agli amici di allora e a quelli nuovi, i quarant'anni della loro corale Escriny.
Giovedì 1 ottobre 2009 dal cortile della sede noi cantori e i nostri aficionados saliamo sull'autobus e partiamo, come un gruppo di adolescenti, per questa avventura: direzione aeroporto Marco Polo di Venezia. Sì, perchè questa volta ci siamo modernizzati: niente più ptante ore di pullman con relativa tappa a Nizza per la notte, ma un volo aereo di poco più di un'ora e mezza Venezia-Barcellona. Entusiasmo alle stelle, emozione, un pò di nervosismo, qualcuno che arriva in fretta e furia con l'automobile, ma ecco che, come per magia, proprio prima di entrare per il check-in appare il sacco dei panini per la merenda! "Pitost che butà iù una tradision, a è miei brusà un paìs.." dice qualcuno e intanto ringraziamo le nostre "amiche sostenitrici" e le coriste che non sono partite con noi, per averci preparato questo succulento pranzo al sacco!
Dopo aver mangiato, bevuto ed essere entrati nel vero "clima trasferta" ritiriamo i biglietti e poi di corsa verso l'aereo. Allacciate le cinture, pronti al decollo e via...si parte. In men che non si dica arriviamo a Barcellona; lì un pulmann ci attende:prossima meta Santpedor. Chi c'era già stato si ritrova incollato al finestrino del bus a guardare fuori, cercando di riconoscere quei posti mai dimenticati. Il cielo è grigio ma l'allegria sale inesorabile, come in una splendida giornata di primavera.
Al nostro arrivo c'è l'immancabile Eladi ad aspettarci. Ci vede e ci saluta da lontano, cominciamo ad entrare nell'atmosfera catalana. Come un segno divino, quando dobbiamo scendere comincia a diluviare. E pensare che lì non piove da mesi! Scendiamo dal pulmann un pò storditi e avvracciamo le vecchie conoscenze; i nuovi si guardano un pò in giro ma ben presto vengono anch'essi rapiti dal calore della gente del posto. Quella sera ci attende un ricevimento ufficiale nella sala del comune; il sindaco, una giovane donna che ci fa subito simpatia, ci mette a nostro agio e ci travolge di regali. Magliette, prosciutti, cioccolato...neanche a Natale!
Ci vengono assegnate le famiglie che per tre giorni ci accoglieranno nella nostra nuova casa. Sembra di andare indietro nel tempo. Quello che prima di partire sembrava essere una nota stonata si trasforma in una grande opportunità e farà la differenza quando dovremo ripartire.
Così, ci dividiamo e ci addentriamo nelle stradine del paese ognuno verso la propria mete. Il giorno dopo ci tiroviamo pimpanti sul pulmann e partiamo in visita alla città di Barcellona. Prima sosta alla Sagrada Familia, poi tutti insiemeal Parco Guell di Gaudì dove in più punti ci scappa di intonare una canzone. La giornata proseguue e ci sparpagliamo. Le mete sono molte e differenti: il Museo Picasso, l'Acquario, il mitico Camp Nou, le Ramblas. Tutti troviamo qualcosa da fare e vedere, rendendo coì la giornata interessante e, se vogliamo, rilassante.
Al ritorno ci prepariamo per la cena paesana, ovviamente si comincia a banchettare verso le dieci di sera! Il teatro, che diventerà il salone delle feste per tutto il week-end, è già preparato e sulla griglia si stanno cuovendo le salsicce e altre prelibatezze catalane.
Il mattino seguente ci aspetta un'altra visita: andiamo a Montserrat, il famoso monastero che dista soltanto mezz'ora da Santpedor. Oltre ad essere un santuario meta di grandi pellegrinaggi, Montserrat si rivela un posto speciale; uno di quelli in cui ci si ferma e mente e cuore riescono a ritrovare l'equilibrio che molte volte, nella vita frenetica di ogni giorno, viene a mancare. Rientriamo per pranzo a Santpedor e ad attenderci nella piazza del paese c'è la paella per tutti. Uno spettacolo che ricorderemo a lungo!
Per la serata è previsto il nostro gran concerto di musica sacra, me è difficile alzarsi da tavola per andare a provare. A malincuore, dopo un paio d'ore di banchetti e con un bicchiere di sangria in mano, andiamo tutti alla prova. Alla sera, il concerto, anche se impegnativo, si rivela una bellissima soddisfazione. Tesi e concentrati, attenti e precisi, vogliamo dare il nostro meglio, sia per loro che per noi stessi. E così è. Gli applausi riempiono la chiesa ma anche i nostri cuori.
Dopo i ringraziamenti ufficiali tutti a cena assieme, per tuffarsi poi nella lunga notte catalena, piena di balli scatenati e baldoria fino alle sei della mattina. Altro che Capodanno!
E per finire? Bhè ovviamentie tutti alla "Tanca", il mitico bar di Santpedor, che in vent'anni non è cambiato per niente, barista a parte visto che allora era una bambina. E così via, i cuscini della panche e tutti in piedi a ballare le musiche più belle del momento, ed i revival, spagnoli ed italiani, trascinati dalle nostre "speciali veline" che proprio lì, vent'anni prima erano state rapite dalla stessa magia. Complicati la riuscita del concerto, la cena d'assieme, l'ambiente stregato tutti abbiamo sperimentato, oppure ritrovato, lo spirito di folle e sano divertimento che solo nella magica Tanca si crea.
Brillante anche il concerto della domenica in piazza del municipio, sotto uno splendido sole che illuminava tutti i colori della nuova divisa. Davanti agli abitanti di Sanpedor abbiamo concertato il nostro folclore; anche se meno impegnativo e con ritrmi meno serrari rispetto alla polifonia, è stata un'interpretazione che ci ha permesso di esprimere i nostri colori e i messaggi della nostra terra, attraverso il friulano che tanto somiglia al catalano.
Esperienza dopo esperienza il legame si è stretto sempre di più e l'ora del rientro a Rauscedo è arrivata troppo presto. Alla partenza baci, abbracci e promesse, ma anche commozione. Si può piangere per abbandonare delle persone conosciute in tre giorni? Detta così sembra impossibile eppure è successo e abbiamo l'impressione che succederà tutte le volte che ci incontreremo.
Una splendida avventura, per la quale vogliamo ribadire il nostro grazie agli amici di Santpedor. Grazie perchè questa volta non c'erano stelle sotto l'insegna del nome dell'albergo, ma c'era una stella uguale per tutti: l'accoglienza e l'ospitalità delle famiglie di Santpedor.
Tutti in famiglia come vent'anni fa; da soli, in coppia, in gruppi di tre: non ci sono stati problemi perchè tutti sentivamo che ogni cosa veniva fatta con il cuore. Per chi aveva già vissuto esperienze simili, è stato un modo per ritrovare in parte se stesso, per chi era alla sua prima volta, è stato un modo per arricchirsi nell'animo. Se i nostri amici di Santpedor volevano rendere i giorni trascorsi assieme indimenticabili, ci sono riusciti in pieno. Ora li aspettiamo qui, a Rauscedo e li porteremo nelle nostre case, tra la nostra gente, sperando di poter ricambiare con semplicità la ricchezza che ci hanno trasmesso. Alla prossima e, se vogliamo, anche Rauscedo come Santpedor può essere "...un altri mont..".
... Santpedor...és un altre mòn
Dove andiamo quest'anno in trasferta? Roma? Firenze? Magari in Svizzera o in Olanda?
Ecco che il Presidente ci informa di un invito giunto dalla Spagna, che guarda guarda, ci offre la possibilità di tornare proprio li, a Santpedor.
A Santpedor? Tra lo stupore di chi c'era già stato e la curiosità di chi voleva andarci, la risposta è: "Si! Andiamo a Santpedor!".
Dopo esattamente vent'anni, la Corale di Rauscedo torna in Catalunya, e ci torna per festeggiare assieme agli amici di allora e a quelli nuovi, i quarant'anni della loro corale Escriny.
Giovedì 1 ottobre 2009 dal cortile della sede noi cantori e i nostri aficionados saliamo sull'autobus e partiamo, come un gruppo di adolescenti, per questa avventura: direzione aeroporto Marco Polo di Venezia. Sì, perchè questa volta ci siamo modernizzati: niente più ptante ore di pullman con relativa tappa a Nizza per la notte, ma un volo aereo di poco più di un'ora e mezza Venezia-Barcellona. Entusiasmo alle stelle, emozione, un pò di nervosismo, qualcuno che arriva in fretta e furia con l'automobile, ma ecco che, come per magia, proprio prima di entrare per il check-in appare il sacco dei panini per la merenda! "Pitost che butà iù una tradision, a è miei brusà un paìs.." dice qualcuno e intanto ringraziamo le nostre "amiche sostenitrici" e le coriste che non sono partite con noi, per averci preparato questo succulento pranzo al sacco!
Dopo aver mangiato, bevuto ed essere entrati nel vero "clima trasferta" ritiriamo i biglietti e poi di corsa verso l'aereo. Allacciate le cinture, pronti al decollo e via...si parte. In men che non si dica arriviamo a Barcellona; lì un pulmann ci attende:prossima meta Santpedor. Chi c'era già stato si ritrova incollato al finestrino del bus a guardare fuori, cercando di riconoscere quei posti mai dimenticati. Il cielo è grigio ma l'allegria sale inesorabile, come in una splendida giornata di primavera.
Al nostro arrivo c'è l'immancabile Eladi ad aspettarci. Ci vede e ci saluta da lontano, cominciamo ad entrare nell'atmosfera catalana. Come un segno divino, quando dobbiamo scendere comincia a diluviare. E pensare che lì non piove da mesi! Scendiamo dal pulmann un pò storditi e avvracciamo le vecchie conoscenze; i nuovi si guardano un pò in giro ma ben presto vengono anch'essi rapiti dal calore della gente del posto. Quella sera ci attende un ricevimento ufficiale nella sala del comune; il sindaco, una giovane donna che ci fa subito simpatia, ci mette a nostro agio e ci travolge di regali. Magliette, prosciutti, cioccolato...neanche a Natale!
Ci vengono assegnate le famiglie che per tre giorni ci accoglieranno nella nostra nuova casa. Sembra di andare indietro nel tempo. Quello che prima di partire sembrava essere una nota stonata si trasforma in una grande opportunità e farà la differenza quando dovremo ripartire.
Così, ci dividiamo e ci addentriamo nelle stradine del paese ognuno verso la propria mete. Il giorno dopo ci tiroviamo pimpanti sul pulmann e partiamo in visita alla città di Barcellona. Prima sosta alla Sagrada Familia, poi tutti insiemeal Parco Guell di Gaudì dove in più punti ci scappa di intonare una canzone. La giornata proseguue e ci sparpagliamo. Le mete sono molte e differenti: il Museo Picasso, l'Acquario, il mitico Camp Nou, le Ramblas. Tutti troviamo qualcosa da fare e vedere, rendendo coì la giornata interessante e, se vogliamo, rilassante.
Al ritorno ci prepariamo per la cena paesana, ovviamente si comincia a banchettare verso le dieci di sera! Il teatro, che diventerà il salone delle feste per tutto il week-end, è già preparato e sulla griglia si stanno cuovendo le salsicce e altre prelibatezze catalane.
Il mattino seguente ci aspetta un'altra visita: andiamo a Montserrat, il famoso monastero che dista soltanto mezz'ora da Santpedor. Oltre ad essere un santuario meta di grandi pellegrinaggi, Montserrat si rivela un posto speciale; uno di quelli in cui ci si ferma e mente e cuore riescono a ritrovare l'equilibrio che molte volte, nella vita frenetica di ogni giorno, viene a mancare. Rientriamo per pranzo a Santpedor e ad attenderci nella piazza del paese c'è la paella per tutti. Uno spettacolo che ricorderemo a lungo!
Per la serata è previsto il nostro gran concerto di musica sacra, me è difficile alzarsi da tavola per andare a provare. A malincuore, dopo un paio d'ore di banchetti e con un bicchiere di sangria in mano, andiamo tutti alla prova. Alla sera, il concerto, anche se impegnativo, si rivela una bellissima soddisfazione. Tesi e concentrati, attenti e precisi, vogliamo dare il nostro meglio, sia per loro che per noi stessi. E così è. Gli applausi riempiono la chiesa ma anche i nostri cuori.
Dopo i ringraziamenti ufficiali tutti a cena assieme, per tuffarsi poi nella lunga notte catalena, piena di balli scatenati e baldoria fino alle sei della mattina. Altro che Capodanno!
E per finire? Bhè ovviamentie tutti alla "Tanca", il mitico bar di Santpedor, che in vent'anni non è cambiato per niente, barista a parte visto che allora era una bambina. E così via, i cuscini della panche e tutti in piedi a ballare le musiche più belle del momento, ed i revival, spagnoli ed italiani, trascinati dalle nostre "speciali veline" che proprio lì, vent'anni prima erano state rapite dalla stessa magia. Complicati la riuscita del concerto, la cena d'assieme, l'ambiente stregato tutti abbiamo sperimentato, oppure ritrovato, lo spirito di folle e sano divertimento che solo nella magica Tanca si crea.
Brillante anche il concerto della domenica in piazza del municipio, sotto uno splendido sole che illuminava tutti i colori della nuova divisa. Davanti agli abitanti di Sanpedor abbiamo concertato il nostro folclore; anche se meno impegnativo e con ritrmi meno serrari rispetto alla polifonia, è stata un'interpretazione che ci ha permesso di esprimere i nostri colori e i messaggi della nostra terra, attraverso il friulano che tanto somiglia al catalano.
Esperienza dopo esperienza il legame si è stretto sempre di più e l'ora del rientro a Rauscedo è arrivata troppo presto. Alla partenza baci, abbracci e promesse, ma anche commozione. Si può piangere per abbandonare delle persone conosciute in tre giorni? Detta così sembra impossibile eppure è successo e abbiamo l'impressione che succederà tutte le volte che ci incontreremo.
Una splendida avventura, per la quale vogliamo ribadire il nostro grazie agli amici di Santpedor. Grazie perchè questa volta non c'erano stelle sotto l'insegna del nome dell'albergo, ma c'era una stella uguale per tutti: l'accoglienza e l'ospitalità delle famiglie di Santpedor.
Tutti in famiglia come vent'anni fa; da soli, in coppia, in gruppi di tre: non ci sono stati problemi perchè tutti sentivamo che ogni cosa veniva fatta con il cuore. Per chi aveva già vissuto esperienze simili, è stato un modo per ritrovare in parte se stesso, per chi era alla sua prima volta, è stato un modo per arricchirsi nell'animo. Se i nostri amici di Santpedor volevano rendere i giorni trascorsi assieme indimenticabili, ci sono riusciti in pieno. Ora li aspettiamo qui, a Rauscedo e li porteremo nelle nostre case, tra la nostra gente, sperando di poter ricambiare con semplicità la ricchezza che ci hanno trasmesso. Alla prossima e, se vogliamo, anche Rauscedo come Santpedor può essere "...un altri mont..".
::: Voce Amica 2008
Cantare a Rauscedo. Voci di Paese
Si chiude un anno. Tempo di bilanci e di numeri, anche per un coro. La corale di Rauscedo che si appresta a festeggiare il trentennale dalla sua fondazione, assieme al suo maestro di sempre Sante Fornasier, si osserva da vicino e rivela i suoi numeri. Un coro di 35 persone, che risiede quasi totalmente nel paese che gli ispira il nome e che ha un’età media di 36 anni.
La maggioranza dei cantori, che rispondono per ben 22 volte al cognome D’Andrea, opera, ovviamente, nel settore del vivaismo viticolo, per il quale il paese è noto in tutto il mondo e si ritrova talvolta a dover coniugare tempi e ritmi di questa attività con la vita del coro. Quattro generazioni di persone, intrecciate in parentele più o meno strette, si radunano due volte la settimana per tutto l’anno, incoraggiate e sostenute dal presidente Francesco (D’Andrea!!). Un gruppo nel quale militano anche musicisti diplomati, ma che si compone, per oltre la metà, da semplici appassionati di non spedita lettura musicale, i quali tuttavia non si scoraggiano davanti a partiture anche complesse. Un piccolo miracolo che si compie molto spesso nei cori amatoriali e che è possibile solo per mano dei pazienti maestri che li dirigono.
L’attività della Corale di Rauscedo, anche nel 2008, ha seguito ritmi e pulsioni della vita di comunità, religiosa e laica. Momenti di accompagnamento alle celebrazioni religiose più significative, si sono alternati ad esibizioni durante gli avvenimenti della vita sociale del paese e dei dintorni.
Allo studio del repertorio popolare di tradizione, sfociato negli spettacoli di “Cjantada sot il porton” allestiti a Mariano del Friuli (GO) Rauscedo e a S.Martino al Tagliamento, si è affiancato l’apprendimento di partiture polifoniche ben più complesse, ed in particolare la “Missa Sine Nomine” di Giovanni Pierluigi da Palestrina a sei voci, recentemente proposta, sotto la direzione del m° Davide De Lucia, nei concerti natalizi di Sacile e Rauscedo. E così le prove su Palestrina, Monteverdi, de Victoria si sono intervallate alle musiche di ispirazione popolare e di autori di epoca recente e contemporanei quali Dipiazza, Maiero, Turato ed altri ancora. Da sempre l’attenzione al fermento compositivo dei nostri giorni si coniuga alla ricerca di uno stile interpretativo delle pagine più interessanti della musica corale antica.
Musica polifonica e musica popolare: un binomio non azzardato, un modus operandi che si è generato nel tempo e che ha come denominatore comune la passione. La passione del canto e dello stare assieme, valori che adesso più di sempre sembrano carichi di significato.
Cantare a Rauscedo. Voci di Paese
Si chiude un anno. Tempo di bilanci e di numeri, anche per un coro. La corale di Rauscedo che si appresta a festeggiare il trentennale dalla sua fondazione, assieme al suo maestro di sempre Sante Fornasier, si osserva da vicino e rivela i suoi numeri. Un coro di 35 persone, che risiede quasi totalmente nel paese che gli ispira il nome e che ha un’età media di 36 anni.
La maggioranza dei cantori, che rispondono per ben 22 volte al cognome D’Andrea, opera, ovviamente, nel settore del vivaismo viticolo, per il quale il paese è noto in tutto il mondo e si ritrova talvolta a dover coniugare tempi e ritmi di questa attività con la vita del coro. Quattro generazioni di persone, intrecciate in parentele più o meno strette, si radunano due volte la settimana per tutto l’anno, incoraggiate e sostenute dal presidente Francesco (D’Andrea!!). Un gruppo nel quale militano anche musicisti diplomati, ma che si compone, per oltre la metà, da semplici appassionati di non spedita lettura musicale, i quali tuttavia non si scoraggiano davanti a partiture anche complesse. Un piccolo miracolo che si compie molto spesso nei cori amatoriali e che è possibile solo per mano dei pazienti maestri che li dirigono.
L’attività della Corale di Rauscedo, anche nel 2008, ha seguito ritmi e pulsioni della vita di comunità, religiosa e laica. Momenti di accompagnamento alle celebrazioni religiose più significative, si sono alternati ad esibizioni durante gli avvenimenti della vita sociale del paese e dei dintorni.
Allo studio del repertorio popolare di tradizione, sfociato negli spettacoli di “Cjantada sot il porton” allestiti a Mariano del Friuli (GO) Rauscedo e a S.Martino al Tagliamento, si è affiancato l’apprendimento di partiture polifoniche ben più complesse, ed in particolare la “Missa Sine Nomine” di Giovanni Pierluigi da Palestrina a sei voci, recentemente proposta, sotto la direzione del m° Davide De Lucia, nei concerti natalizi di Sacile e Rauscedo. E così le prove su Palestrina, Monteverdi, de Victoria si sono intervallate alle musiche di ispirazione popolare e di autori di epoca recente e contemporanei quali Dipiazza, Maiero, Turato ed altri ancora. Da sempre l’attenzione al fermento compositivo dei nostri giorni si coniuga alla ricerca di uno stile interpretativo delle pagine più interessanti della musica corale antica.
Musica polifonica e musica popolare: un binomio non azzardato, un modus operandi che si è generato nel tempo e che ha come denominatore comune la passione. La passione del canto e dello stare assieme, valori che adesso più di sempre sembrano carichi di significato.
::: Voce Amica 2007
Coraledirauscedoduemilasette: viaggio nella musica
Una nuova pagina è stata scritta nella storia della Corale di Rauscedo. L’anno appena trascorso è stato veramente ricco di appuntamenti e fecondo di iniziative e si appresta ad essere annoverato nell’ormai trentennale vita del nostro gruppo.
Sempre guidati dal Presidente Francesco e diretti dal m° Sante abbiamo raggiunto nuovi obiettivi e realizzato svariati progetti musicali e non, tra i quali anche il miglioramento dell’edificio che ci ospita, le ex Scuole Elementari, ormai sede di diverse associazioni e del giardino antistante. Cominciata quasi per gioco, la sfida di rimettere a nuovo quella che era ormai una costruzione abbandonata, si è rivelata una delle scelte più felici degli ultimi anni. Avere una sede funzionale, non è una cosa così scontata ed è parte vitale della sana esistenza di un’associazione. Non pochi sono stati gli apprezzamenti da parte di chi lavora in ambito corale per l’allestimento di uno spazio così accogliente ed elegante. Riuscire a mettere a disposizione lo stabile al maggior numero di associazioni possibili non può che essere l’obiettivo di tutti noi, come coristi e come cittadini della nostra comunità.
Anche per i piccoli cantori di Rauscedo, diretti da Cristiana, è stato un anno stimolante. Dopo un breve periodo sabbatico, le nostre giovani leve si sono ritrovate in concerto nei primi giorni di giugno. L’avvenimento, promosso dall’Associazione Corale Musicale “Coro Contrà Camolli”, si è tenuto presso il Teatro di Camolli-Casut ed è stato, oltre che piacevole, una spinta per riprendere appieno l’attività.
L’allegria e l’affiatamento del piccolo gruppo sostengono il loro lavoro di preparazione e studio e di accompagnamento alle messe domenicali. I sorrisi sdentati, le facce allegre e la gioia nel cantare fanno ben sperare per il nostro futuro musicale.
Sempre di più ci accorgiamo di quanto sia fondamentale il contributo dei genitori al fine di sensibilizzare i bambini al canto o più in generale alla musica. Valori come l’impegno, il rispetto, l’apprendimento risultano facilmente assimilabili durante le attività delle associazioni, siano esse di natura musicale piuttosto che sportiva o ricreativa. In particolare la musica sensibilizza l’animo umano all’arte e alla cultura del bello, inteso come prodotto del genio creativo dell’uomo.
Cantare insieme è simbolo di condivisione e fratellanza, valori civili spesso dimenticati nelle società moderne. Per un coro, una delle esperienze fondamentali al fine di accordare i delicati equilibri presenti all’interno del gruppo è senza dubbio la trasferta; e la nostra esperienza in Puglia ne è stata una conferma.
Dopo alcuni anni di digiuno, siamo riusciti ad allestire una trasferta nella terra pugliese che ci ha visti ospiti dell’Associazione Regionale Cori Pugliesi dal 20 al 23 settembre. La Valle d’Itria ci ha accolto con le sue splendide bellezze e ha fatto da sfondo ad uno dei viaggi più belli della Corale.
Dal punto di vista artistico numerosi sono stati gli appuntamenti che hanno animato il percorso musicale del nostro coro nel 2007.
Il ciclo dei concerti dedicati all’anniversario mozartiano si è concluso nei primi giorni di gennaio, lasciando, come tutte le esperienze orchestrali vissute dal nostro coro, un ricordo piuttosto intenso. Cantare con un’orchestra, affiancati da altri coristi, è sempre un’esperienza molto forte; si tratta di un percorso più articolato che presume un repertorio più impegnativo e pertanto richiede una preparazione lunga ed accurata. Accompagnati dall’Orchestra Barocca G.B.Tiepolo e affiancati dal Chorus Carmina di Fossalta di Portogruaro abbiamo eseguito il Te Deum in Do Maggiore KV 141, la Missa Brevis in do maggiore KV 220, il Laudate Dominum e la Missa Brevis in sol maggiore KV 49 che solitamente cantiamo durante le celebrazioni solenni e alla quale quindi eravamo particolarmente legati. L’emozione che si è venuta a creare è stata speciale e cantando accompagnati dagli strumenti si riescono ad assaporare meglio tutte le sfumature musicali che animano la partitura. Dei tre concerti in programma, a Fossalta di Portogruaro, a Rauscedo e a Morsano al Tagliamento, il secondo è stato senza dubbio il più sentito, considerato soprattutto il clima familiare in cui ci si trovava e la splendida Chiesa rimessa a nuovo dopo il restauro. Sempre a Rauscedo, il primo aprile, abbiamo allestito l’appuntamento, ormai annuale, che si accosta alle celebrazioni della Quaresima. Si tratta di un momento para-liturgico che cerca di dare degli spunti per la contemplazione religiosa, e che diventa quindi momento di condivisione con il pubblico. Quest’anno l’appuntamento rientrava nell’ambito della VI Rassegna di Polifonia dell’Usci provinciale e ha visto la partecipazione di altri tre cori: l’Ensemble Armonia di Cordenons, la Polifonica Friulana “Jacopo Tomadini di San Vito al Tagliamento e il Coro polifonico S. Antonio Abate di Cordenons. Tutti i cori hanno proposto un repertorio che si rifacesse al tema della rassegna “La Settimana Santa”.
Alcune delle pagine di musica scritte per questo periodo sono tra le più belle di tutta la letteratura musicale. Ne è uscito un appuntamento di grande livello, apprezzato dal folto pubblico e che ci auguriamo abbia contribuito alla meditazione e alla preparazione pasquale. Per quanto riguarda il nostro coro uno dei brani che da diverso tempo avevamo nel cassetto e che attendeva un’ispirazione era il Miserere di Gregorio Allegri. Lo scorso aprile lo abbiamo eseguito per la seconda volta e ancora ci sembrava impossibile aver portato a termine l’impresa, riuscendo, a detta del pubblico, anche a trasmettere una bella emozione.
Altri due preziosi momenti della nostra vita musicale sono stati senza dubbio il Concerto ad Aurava il 6 maggio in occasione della manifestazione “Piccola Grande Italia” organizzata dal nostro Comune e la Ciantada sot il Porton allestita a Rauscedo, presso un cortile del Borgo in una bella sera d’estate.
Il primo concerto è diventato un omaggio al compositore friulano Alessandro Orologio, che proprio ad Aurava è nato, facendosi in seguito conoscere, nelle corti italiane ed europee per le sue pregevoli composizioni. In una fresca domenica di maggio, ancora assopiti dal sonno ci siamo ritrovati ed abbiamo eseguito madrigali e canzonette come un canto di primavera, complice la vibrazione del luogo e della musica. Un bel affresco rinascimentale che ci ha confermato il piacere di cantare composizioni come queste e l’interesse di proporle anche a chi non le conosce.
Di tutt’altro genere, ma non per questo meno emozionante, lo spettacolo proposto a Ciantada sot il Porton. Quest’anno ad animare la serata c’era il nostro gruppo, i piccoli cantori, una fisarmonica, un liron e un nutrito elenco di brani della nostra tradizionale popolare. Cantando e recitando abbiamo proposto due ore di “friulanità pura”! Tutto ha contribuito alla bella riuscita dello spettacolo: scenografia, abiti d’epoca, strumenti, melodie, clima familiare e spensierato, insomma una foto d’altritempi che ci ha riportato indietro nel passato e che è stata particolarmente gradita dal nostro caro pubblico.
Un altro avvenimento che merita una citazione è l’esibizione a San Vito al Tagliamento lo scorso settembre nell’ambito della manifestazione “Cori in festa” promossa dall’Usci Pordenone. Di rara bellezza è infatti l’antico teatro sociale “G.G.Arrigoni”, recentemente restaurato e che ha fatto da cornice ai concerti di polifonia profana proposti durante la giornata.
A Castions di Zoppola, Codroipo e Moriago della Battaglia, rispettivamente a Giugno, Ottobre e Novembre, abbiamo eseguito musiche polifoniche sacre, dilettandoci in quello che ormai è diventato il nostro programma preferito, oper lo meno quello per cui il nostro coro si esprime meglio.
Uno dei concerti che ci ha maggiormente impegnati nel 2007 è stato senza dubbio quello proposto a Mesagne (Br) in Puglia, durante la trasferta.
Nella prima parte abbiamo affrontato un repertorio polifonico classico, proseguendo con madrigali e canzonette del nostro Alessandro Orologio e concludendo con il folklore friulano, che ha interessato tutta la terza parte e che ha particolarmente entusiasmato il pubblico. Brani come Il Furlan, Serenade e Stelutis Alpinis sono risuonati nella Chiesa di Mesagne, in provincia di Brindisi e hanno portato il loro messaggio anche senza essere del tutto compresi.
Le parole di questi stessi brani sono state invece fondamentali nell’ambito della serata organizzata dal Gruppo Alpini di Rauscedo durante la quale siamo stati chiamati a musicare, tra un racconto appassionato e l’altro, i ricordi delle tragedie della campagna di Grecia e Albania; “Per non dimenticare” il titolo dell’interessante iniziativa, animata da un giovane alpino che ha incantato la sala per più di un’ora.
Mentre scriviamo quest’articolo ci stiamo preparando, insieme ai Piccoli Cantori, per le esibizioni del periodo natalizio. Come per l’anno passato cercheremo di portare i nostri auguri attraverso la musica, allestendo un concertino di attesa del Natale proprio la vigilia, prima della Messa di Mezzanotte.
Per concludere, desideriamo esprimere il nostro ringraziamento a tutti coloro che ci seguono e ci sostengono; l’augurio per l’anno nuovo è quello di proseguire su questa strada, con la certezza che la musica saprà ispirarci come solo lei sa fare.
Coraledirauscedoduemilasette: viaggio nella musica
Una nuova pagina è stata scritta nella storia della Corale di Rauscedo. L’anno appena trascorso è stato veramente ricco di appuntamenti e fecondo di iniziative e si appresta ad essere annoverato nell’ormai trentennale vita del nostro gruppo.
Sempre guidati dal Presidente Francesco e diretti dal m° Sante abbiamo raggiunto nuovi obiettivi e realizzato svariati progetti musicali e non, tra i quali anche il miglioramento dell’edificio che ci ospita, le ex Scuole Elementari, ormai sede di diverse associazioni e del giardino antistante. Cominciata quasi per gioco, la sfida di rimettere a nuovo quella che era ormai una costruzione abbandonata, si è rivelata una delle scelte più felici degli ultimi anni. Avere una sede funzionale, non è una cosa così scontata ed è parte vitale della sana esistenza di un’associazione. Non pochi sono stati gli apprezzamenti da parte di chi lavora in ambito corale per l’allestimento di uno spazio così accogliente ed elegante. Riuscire a mettere a disposizione lo stabile al maggior numero di associazioni possibili non può che essere l’obiettivo di tutti noi, come coristi e come cittadini della nostra comunità.
Anche per i piccoli cantori di Rauscedo, diretti da Cristiana, è stato un anno stimolante. Dopo un breve periodo sabbatico, le nostre giovani leve si sono ritrovate in concerto nei primi giorni di giugno. L’avvenimento, promosso dall’Associazione Corale Musicale “Coro Contrà Camolli”, si è tenuto presso il Teatro di Camolli-Casut ed è stato, oltre che piacevole, una spinta per riprendere appieno l’attività.
L’allegria e l’affiatamento del piccolo gruppo sostengono il loro lavoro di preparazione e studio e di accompagnamento alle messe domenicali. I sorrisi sdentati, le facce allegre e la gioia nel cantare fanno ben sperare per il nostro futuro musicale.
Sempre di più ci accorgiamo di quanto sia fondamentale il contributo dei genitori al fine di sensibilizzare i bambini al canto o più in generale alla musica. Valori come l’impegno, il rispetto, l’apprendimento risultano facilmente assimilabili durante le attività delle associazioni, siano esse di natura musicale piuttosto che sportiva o ricreativa. In particolare la musica sensibilizza l’animo umano all’arte e alla cultura del bello, inteso come prodotto del genio creativo dell’uomo.
Cantare insieme è simbolo di condivisione e fratellanza, valori civili spesso dimenticati nelle società moderne. Per un coro, una delle esperienze fondamentali al fine di accordare i delicati equilibri presenti all’interno del gruppo è senza dubbio la trasferta; e la nostra esperienza in Puglia ne è stata una conferma.
Dopo alcuni anni di digiuno, siamo riusciti ad allestire una trasferta nella terra pugliese che ci ha visti ospiti dell’Associazione Regionale Cori Pugliesi dal 20 al 23 settembre. La Valle d’Itria ci ha accolto con le sue splendide bellezze e ha fatto da sfondo ad uno dei viaggi più belli della Corale.
Dal punto di vista artistico numerosi sono stati gli appuntamenti che hanno animato il percorso musicale del nostro coro nel 2007.
Il ciclo dei concerti dedicati all’anniversario mozartiano si è concluso nei primi giorni di gennaio, lasciando, come tutte le esperienze orchestrali vissute dal nostro coro, un ricordo piuttosto intenso. Cantare con un’orchestra, affiancati da altri coristi, è sempre un’esperienza molto forte; si tratta di un percorso più articolato che presume un repertorio più impegnativo e pertanto richiede una preparazione lunga ed accurata. Accompagnati dall’Orchestra Barocca G.B.Tiepolo e affiancati dal Chorus Carmina di Fossalta di Portogruaro abbiamo eseguito il Te Deum in Do Maggiore KV 141, la Missa Brevis in do maggiore KV 220, il Laudate Dominum e la Missa Brevis in sol maggiore KV 49 che solitamente cantiamo durante le celebrazioni solenni e alla quale quindi eravamo particolarmente legati. L’emozione che si è venuta a creare è stata speciale e cantando accompagnati dagli strumenti si riescono ad assaporare meglio tutte le sfumature musicali che animano la partitura. Dei tre concerti in programma, a Fossalta di Portogruaro, a Rauscedo e a Morsano al Tagliamento, il secondo è stato senza dubbio il più sentito, considerato soprattutto il clima familiare in cui ci si trovava e la splendida Chiesa rimessa a nuovo dopo il restauro. Sempre a Rauscedo, il primo aprile, abbiamo allestito l’appuntamento, ormai annuale, che si accosta alle celebrazioni della Quaresima. Si tratta di un momento para-liturgico che cerca di dare degli spunti per la contemplazione religiosa, e che diventa quindi momento di condivisione con il pubblico. Quest’anno l’appuntamento rientrava nell’ambito della VI Rassegna di Polifonia dell’Usci provinciale e ha visto la partecipazione di altri tre cori: l’Ensemble Armonia di Cordenons, la Polifonica Friulana “Jacopo Tomadini di San Vito al Tagliamento e il Coro polifonico S. Antonio Abate di Cordenons. Tutti i cori hanno proposto un repertorio che si rifacesse al tema della rassegna “La Settimana Santa”.
Alcune delle pagine di musica scritte per questo periodo sono tra le più belle di tutta la letteratura musicale. Ne è uscito un appuntamento di grande livello, apprezzato dal folto pubblico e che ci auguriamo abbia contribuito alla meditazione e alla preparazione pasquale. Per quanto riguarda il nostro coro uno dei brani che da diverso tempo avevamo nel cassetto e che attendeva un’ispirazione era il Miserere di Gregorio Allegri. Lo scorso aprile lo abbiamo eseguito per la seconda volta e ancora ci sembrava impossibile aver portato a termine l’impresa, riuscendo, a detta del pubblico, anche a trasmettere una bella emozione.
Altri due preziosi momenti della nostra vita musicale sono stati senza dubbio il Concerto ad Aurava il 6 maggio in occasione della manifestazione “Piccola Grande Italia” organizzata dal nostro Comune e la Ciantada sot il Porton allestita a Rauscedo, presso un cortile del Borgo in una bella sera d’estate.
Il primo concerto è diventato un omaggio al compositore friulano Alessandro Orologio, che proprio ad Aurava è nato, facendosi in seguito conoscere, nelle corti italiane ed europee per le sue pregevoli composizioni. In una fresca domenica di maggio, ancora assopiti dal sonno ci siamo ritrovati ed abbiamo eseguito madrigali e canzonette come un canto di primavera, complice la vibrazione del luogo e della musica. Un bel affresco rinascimentale che ci ha confermato il piacere di cantare composizioni come queste e l’interesse di proporle anche a chi non le conosce.
Di tutt’altro genere, ma non per questo meno emozionante, lo spettacolo proposto a Ciantada sot il Porton. Quest’anno ad animare la serata c’era il nostro gruppo, i piccoli cantori, una fisarmonica, un liron e un nutrito elenco di brani della nostra tradizionale popolare. Cantando e recitando abbiamo proposto due ore di “friulanità pura”! Tutto ha contribuito alla bella riuscita dello spettacolo: scenografia, abiti d’epoca, strumenti, melodie, clima familiare e spensierato, insomma una foto d’altritempi che ci ha riportato indietro nel passato e che è stata particolarmente gradita dal nostro caro pubblico.
Un altro avvenimento che merita una citazione è l’esibizione a San Vito al Tagliamento lo scorso settembre nell’ambito della manifestazione “Cori in festa” promossa dall’Usci Pordenone. Di rara bellezza è infatti l’antico teatro sociale “G.G.Arrigoni”, recentemente restaurato e che ha fatto da cornice ai concerti di polifonia profana proposti durante la giornata.
A Castions di Zoppola, Codroipo e Moriago della Battaglia, rispettivamente a Giugno, Ottobre e Novembre, abbiamo eseguito musiche polifoniche sacre, dilettandoci in quello che ormai è diventato il nostro programma preferito, oper lo meno quello per cui il nostro coro si esprime meglio.
Uno dei concerti che ci ha maggiormente impegnati nel 2007 è stato senza dubbio quello proposto a Mesagne (Br) in Puglia, durante la trasferta.
Nella prima parte abbiamo affrontato un repertorio polifonico classico, proseguendo con madrigali e canzonette del nostro Alessandro Orologio e concludendo con il folklore friulano, che ha interessato tutta la terza parte e che ha particolarmente entusiasmato il pubblico. Brani come Il Furlan, Serenade e Stelutis Alpinis sono risuonati nella Chiesa di Mesagne, in provincia di Brindisi e hanno portato il loro messaggio anche senza essere del tutto compresi.
Le parole di questi stessi brani sono state invece fondamentali nell’ambito della serata organizzata dal Gruppo Alpini di Rauscedo durante la quale siamo stati chiamati a musicare, tra un racconto appassionato e l’altro, i ricordi delle tragedie della campagna di Grecia e Albania; “Per non dimenticare” il titolo dell’interessante iniziativa, animata da un giovane alpino che ha incantato la sala per più di un’ora.
Mentre scriviamo quest’articolo ci stiamo preparando, insieme ai Piccoli Cantori, per le esibizioni del periodo natalizio. Come per l’anno passato cercheremo di portare i nostri auguri attraverso la musica, allestendo un concertino di attesa del Natale proprio la vigilia, prima della Messa di Mezzanotte.
Per concludere, desideriamo esprimere il nostro ringraziamento a tutti coloro che ci seguono e ci sostengono; l’augurio per l’anno nuovo è quello di proseguire su questa strada, con la certezza che la musica saprà ispirarci come solo lei sa fare.
::: Voce Amica 2006
Autoscatti. Istantanee della trasferta.
Venezia. Aeroporto Marco Polo. Venti settembre. Sono quasi le otto di sera. Siamo tutti in fila davanti allo sportello della Alpieagles. Facce distese e rilassate, bagagli per una fuga di un mese a fronte di un week-end lungo da passare in Puglia. Davanti a noi una signorina in divisa che ci guarda con gli occhi sbarrati tipici di chi stava per staccare e che ha appena capito di avere un piccolo problema. Sul suo schermo una lunga lista di “D’Andrea” e “Fornasier”: senza nomi. “Ma siete tutti parenti?” chiede la biondina tra il disperato e il rassegnato. “Bhè, più o meno” risponde qualcuno “di sicuro cantiamo tutti nello stesso coro”.
“Un coro? Anch’io canto. Sono un contralto..”. Bhè, allora tutto si fa più semplice: password d’accesso svelata. Sembra incredibile ma la musica apre mille strade, è un codice universale che avvicina le persone come ormai poche cose oggi.
E allora si vola, decollo e atterraggio perfetti. Ad un’ora e mezza da noi c’è un altro mondo, una terra sinuosa che si srotola sotto le ruote dell’autobus e che ci accoglie con gli odori e i colori di un estate che sembra non finire mai.
Incastonato nel cuore della Valle d’Itria, Cisternino, è la nostra meta per questa notte e per le due successive. L’atmosfera è frizzante nonostante l’ora tarda, scaricati i bagagli ci accomodiamo per un succulento banchetto di mezzanotte, storditi, tra pizza e pomodorini piccanti e goderecci bicchieri di vino.
Svegliarsi in Puglia: non male come inizio giornata. Ci si ritrova tutti a colazione, facce assonnate ma sorridenti; ci guardiamo attorno, e ritroviamo quella tipica atmosfera della trasferta. L’ambiente è piacevole, sbirciamo fuori e tra rocce bianche, colline e mare sugli sfondi, spuntano gli ulivi, che ci scorteranno per tutta la durata del viaggio. Arruolata la guida, si parte per un po’ di turismo: Ostuni è la nostra prima meta e come inizio non è per niente male. La città bianca ci fagocita nel groviglio delle sue viuzze e dei suoi contorni lattei. La vita lì scorre più lenta, tra furgoncini e lenzuoli appesi ad asciugare le case si affacciano timidamente al sole del mattino. Ci scopriamo di nuovo a cantare, non importa cosa, purchè gli accordi vibrino tra i muri, poi tra i sedili dell’autobus, tra le pareti del ristorante. Ci prepariamo mentalmente al concerto della sera, a Mesagne, dove un coro ci attende. Prima le prove, momento catartico della tensione pre-concerto e poi si va: tutti in scena per un’ora e mezza di spettacolo. Più che un programma è un doppio salto mortale con avvitamento quello che ci apprestiamo ad eseguire. Il coro, schierato come un plotone d’assalto, si concentra sull’obiettivo, i suoni si accordano, poi, si fondono. Passando per la polifonia sacra classica di Palestrina, Monteverdi e De Victoria ci addentriamo negli intricati passaggi dei madrigali del conterreno Alessandro Orologio, per finire con un’esultanza di poesia e folklore friulano. L’effetto sembra piacevole, a sentire il calore del pubblico, le nostre facce finalmente distese e rilassate concedono larghi sorrisi di gratitudine.
Il ricevimento che segue è intenso quanto il concerto: tripudio di orecchiette e una lista infinita di altre prelibatezze che dominano la tavolata di un tipico ristorantino del posto, che ben presto risuona di goliardici motivetti.
Ecco, il mistero del coro si è compiuto. Sedicenni e cinquantenni anni cantano insieme, madri e figli, fratelli e sorelle, si dilettano tra polifonia e popolare, madrigali e messe per i defunti, tutto in una grande armonia e semplicità. E la gioia di cantare è pari a quella dello stare assieme e non c’è una se non c’è l’altra.
Il viaggio prosegue, tra visite ad una cantina e ad un frantoio, con spedizione d’olio annessa e qualche acquisto azzardato da mettere in valigia. Alberobello ci sorprende con le sue salite e la distesa di trulli abbarbicati. È la Venezia delle Puglie, ombelico del mondo turistico e poliglotta, punto di incontro dell’universalmente bello.
Poi, di sera, appuntamento a Polignano a Mare. Un panorama mozzafiato si apre davanti a noi. Dal salone del ristorante, la vista si proietta sugli scogli e il mare di notte, le luci fanno da contorno ad una serata che ricorderemo a lungo.
È già ora di ripartire, prepariamo i bagagli e ci spostiamo in Basilicata per una visita a Matera. Lasciamo i trulli, i fichi d’india e gli ulivi e troviamo distese di grano e terra rossa, bruciate dal sole di questa regione piena di stupori. Nessuno canta questa mattina, l’autobus è mezzo addormentato dopo i bagordi della nottata. La città dei sassi ci sveglia e ci meraviglia. Ci immergiamo in questa atmosfera d’altritempi e ci lasciamo affascinare dai racconti della guida. Si scattano le ultime foto e poi via verso Altamura ed infine Bari, per un nostalgico saluto al mare.
Bari-Palese, Aeroporto. Lunga fila per il check-in “Ma siete tutti parenti?”, “No, ma siamo quasi una famiglia!!.”.
Autoscatti. Istantanee della trasferta.
Venezia. Aeroporto Marco Polo. Venti settembre. Sono quasi le otto di sera. Siamo tutti in fila davanti allo sportello della Alpieagles. Facce distese e rilassate, bagagli per una fuga di un mese a fronte di un week-end lungo da passare in Puglia. Davanti a noi una signorina in divisa che ci guarda con gli occhi sbarrati tipici di chi stava per staccare e che ha appena capito di avere un piccolo problema. Sul suo schermo una lunga lista di “D’Andrea” e “Fornasier”: senza nomi. “Ma siete tutti parenti?” chiede la biondina tra il disperato e il rassegnato. “Bhè, più o meno” risponde qualcuno “di sicuro cantiamo tutti nello stesso coro”.
“Un coro? Anch’io canto. Sono un contralto..”. Bhè, allora tutto si fa più semplice: password d’accesso svelata. Sembra incredibile ma la musica apre mille strade, è un codice universale che avvicina le persone come ormai poche cose oggi.
E allora si vola, decollo e atterraggio perfetti. Ad un’ora e mezza da noi c’è un altro mondo, una terra sinuosa che si srotola sotto le ruote dell’autobus e che ci accoglie con gli odori e i colori di un estate che sembra non finire mai.
Incastonato nel cuore della Valle d’Itria, Cisternino, è la nostra meta per questa notte e per le due successive. L’atmosfera è frizzante nonostante l’ora tarda, scaricati i bagagli ci accomodiamo per un succulento banchetto di mezzanotte, storditi, tra pizza e pomodorini piccanti e goderecci bicchieri di vino.
Svegliarsi in Puglia: non male come inizio giornata. Ci si ritrova tutti a colazione, facce assonnate ma sorridenti; ci guardiamo attorno, e ritroviamo quella tipica atmosfera della trasferta. L’ambiente è piacevole, sbirciamo fuori e tra rocce bianche, colline e mare sugli sfondi, spuntano gli ulivi, che ci scorteranno per tutta la durata del viaggio. Arruolata la guida, si parte per un po’ di turismo: Ostuni è la nostra prima meta e come inizio non è per niente male. La città bianca ci fagocita nel groviglio delle sue viuzze e dei suoi contorni lattei. La vita lì scorre più lenta, tra furgoncini e lenzuoli appesi ad asciugare le case si affacciano timidamente al sole del mattino. Ci scopriamo di nuovo a cantare, non importa cosa, purchè gli accordi vibrino tra i muri, poi tra i sedili dell’autobus, tra le pareti del ristorante. Ci prepariamo mentalmente al concerto della sera, a Mesagne, dove un coro ci attende. Prima le prove, momento catartico della tensione pre-concerto e poi si va: tutti in scena per un’ora e mezza di spettacolo. Più che un programma è un doppio salto mortale con avvitamento quello che ci apprestiamo ad eseguire. Il coro, schierato come un plotone d’assalto, si concentra sull’obiettivo, i suoni si accordano, poi, si fondono. Passando per la polifonia sacra classica di Palestrina, Monteverdi e De Victoria ci addentriamo negli intricati passaggi dei madrigali del conterreno Alessandro Orologio, per finire con un’esultanza di poesia e folklore friulano. L’effetto sembra piacevole, a sentire il calore del pubblico, le nostre facce finalmente distese e rilassate concedono larghi sorrisi di gratitudine.
Il ricevimento che segue è intenso quanto il concerto: tripudio di orecchiette e una lista infinita di altre prelibatezze che dominano la tavolata di un tipico ristorantino del posto, che ben presto risuona di goliardici motivetti.
Ecco, il mistero del coro si è compiuto. Sedicenni e cinquantenni anni cantano insieme, madri e figli, fratelli e sorelle, si dilettano tra polifonia e popolare, madrigali e messe per i defunti, tutto in una grande armonia e semplicità. E la gioia di cantare è pari a quella dello stare assieme e non c’è una se non c’è l’altra.
Il viaggio prosegue, tra visite ad una cantina e ad un frantoio, con spedizione d’olio annessa e qualche acquisto azzardato da mettere in valigia. Alberobello ci sorprende con le sue salite e la distesa di trulli abbarbicati. È la Venezia delle Puglie, ombelico del mondo turistico e poliglotta, punto di incontro dell’universalmente bello.
Poi, di sera, appuntamento a Polignano a Mare. Un panorama mozzafiato si apre davanti a noi. Dal salone del ristorante, la vista si proietta sugli scogli e il mare di notte, le luci fanno da contorno ad una serata che ricorderemo a lungo.
È già ora di ripartire, prepariamo i bagagli e ci spostiamo in Basilicata per una visita a Matera. Lasciamo i trulli, i fichi d’india e gli ulivi e troviamo distese di grano e terra rossa, bruciate dal sole di questa regione piena di stupori. Nessuno canta questa mattina, l’autobus è mezzo addormentato dopo i bagordi della nottata. La città dei sassi ci sveglia e ci meraviglia. Ci immergiamo in questa atmosfera d’altritempi e ci lasciamo affascinare dai racconti della guida. Si scattano le ultime foto e poi via verso Altamura ed infine Bari, per un nostalgico saluto al mare.
Bari-Palese, Aeroporto. Lunga fila per il check-in “Ma siete tutti parenti?”, “No, ma siamo quasi una famiglia!!.”.